Gli Studi

L’interesse antico e moderno verso le Secche della Meloria è presente nelle comunità scientifiche da tempo. Già dagli anni sessanta questo ambiente marino ha destato l’interesse di molti ricercatori, i quali hanno condotto numerosi studi focalizzando l’attenzione tanto su singole specie quanto su particolari gruppi tassonomici (Cinelli, 1971; Cognetti, 1965; Cognetti-Varriale, 1972; Katzmann, 1972; Morselli, 1970; Sordi, 1969), e sempre tutti gli autori hanno sottolineato la ricchezza ambientale e naturalistica di questa particolare conformazione marina.

I primi studi, concentrati sulle caratteristiche batimetriche ed idro-dinamiche della secca (Fierro et al. 1969), parevano fare supporre che qui gli ambienti marini fossero dominati da una prevalenza di popolamenti vegetali ed algali di specie fotofile (bisognose di luce solare). Al contrario, gli approfondimenti succedutesi, interessanti anche gli aspetti geo-morfologici e micro-biologici, hanno rivelato che il carattere accidentato della Secca fa si che siano presenti zone di illuminazione e di oscurità tali da consentire anche l’insediamento di rilevanti popolamenti sciafili che accrescono notevolmente la diversità biologica di questa area (Cinelli, 1971). Anche gli studi Cognetti-Varriale (1972) hanno sottolineato l’elevato numero di specie di policheti rinvenuti analizzando il piano infralitorale della Meloria. Secondo questi autori la contemporanea presenza di diversi ambienti: dalla sabbie organogene al pre-coralligeno alle alghe fotofile, offrono differenti tipologie di substrato che consentono una elevata diversificazione dei popolamenti che vi si insediano. Fra gli storici studi condotti, quello di Bacci (Bacci et al., 1969) rappresenta il primo grande tentativo di fornire una conoscenza sin-ecologica di tutta l’area. In questo lavoro sono riportati sia dati sulle caratteristiche fisico-chimiche della Meloria sia dati relativi alle biocenosi dominanti con particolare riferimento ai fondi duri. Anche i catini vengono analizzati e descritti per la prima volta in questi studi, ma in questo caso l’attenzione è stata rivolta più che altro alle loro pareti rocciose. Questo studio è stato di fatto il primo ad evidenziare che le acque della Meloria sono molto ricche di sali nutrienti e sono caratterizzate da un elevato idro-dinamismo, il quale consente che i nutrienti siano distribuiti uniformemente dalla superficie al fondo, conferendo così una elevata capacità produttiva per tutta la colonna d’acqua.

L’elevato valore naturalistico della Secca fu sottolineato alcuni anni dopo ancora dagli studi di Cognetti (1981), e fu proprio dagli approfondimenti di questo studio che nacque la prima proposta di istituzione di un’area marina protetta. Tale riconoscimento, però, non fu attuato per molti anni, ma almeno il tratto di mare antistante la costa livornese verrà indicato quale sito di reperimento nella legge quadro sulle aree naturali protette: la 394 del 1992.

Negli anni novanta il Centro Interunivesitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata G. Bacci di Livorno ha continuato ed ampliato i primi studi condotti e su tale base ha rinnovato la sfida per l’istituzione di una specifica area di protezione, facendosi promotore di nuove indagini finalizzate a verificare se esistevano ancora le caratteristiche necessarie per giustificare concrete azioni di tutela e per approfondire aspetti trascurati in precedenza. Dalle osservazioni in immersione condotte per questi ultimi studi è emerso che la piattaforma rocciosa è ricoperta di sedimenti a granulometria mista e talora di origine organogena, con una vasta prateria di Posidonia oceanica, che fu rilevato allora per la prima volta ricoprire la piattaforma per circa il 75% della sua superficie, solcata da canali inter-matte di dimensioni variabili tra 5 e 10 metri. All’interno della prateria viene segnalata con particolare rilevanza la presenza delle formazioni dei catini con pareti che possono raggiungere i 3 metri di altezza. Questi ultimi studi hanno confermato, e messo in risalto, che, nonostante le sue relative limitate dimensioni, l’area della Meloria ospita tra le biocenosi più ricche e produttive del Mediterraneo (De Biasi, 1999) costituite anzitutto da praterie di Posidonia oceanica, ma anche da banchi di coralligeno sulle scarpate foranee della secca e da ambienti propri del detritico costiero, oltre alla peculiarità dei catini che per il loro numero non possono essere considerati depressioni occasionali, ma un vero e proprio habitat a sé stante (De Biasi, Gai, 2000); un insieme che porta l’ambiente di quest’area marina a livelli di biodiversità eccezionali.

Il risultato quindi di maggiore interesse degli studi ad oggi condotti è stato proprio quello di aver messo bene in risalto una serie di caratteristiche e proprietà delle Secche della Meloria che hanno reso questo sito idoneo alla realizzazione dapprima di un’area marina protetta di interesse nazionale ed a seguire di un sito di interesse comunitario europeo appartenente alla Rete Natura 2000.
Gli studi proseguono oggi con le campagne di monitoraggio ambientale e di ricerca scientifica promossi dall’Ente gestore dell’area marina protetta sulla base delle indicazioni e dei progetti specifici emanati dal Ministero dell’Ambiente.

 

Alcuni suggerimenti bibliografici:

  • Borchardt R., Pisa, Solitudine di un impero, Pisa: Nistri-Lischi, 1965
  • Martini D. G., Gori D., La Liguria e la sua anima, Savona, Sabatelli Editori, 1965.
  • Donaver F., Storia di Genova, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1990.
  • Vaccari O., Frattarelli Fischer L., Bettini M., Mangio C., Panessa G., Storia illustrata di Livorno, Pisa, Pacini Editore, 2006.
  • Borghi L., Interrogativi sull’ubicazione dell’antico porto di Pisa romana e dei primi secoli della Repubblica Marinara, Pisa, Accademia dei Disuniti e Comune di Pisa, 2006.
  • Banti O., Storia illustrata di Pisa, Pisa, Pacini Editore, 2010.
  • Casarosa N., Bini M., De Biasi A.M., 2011. Morfologie relitte e antiche linee di riva delle “Secche della Meloria”. Studi Costieri 18: 43-52.
  • De Biasi A.M., Gai F., 2000 I “Catini” delle Secche della Meloria. Carta dei fondali. Atti Soc. tosc. Sci. Nat., Mem., Serie B: 63-67.
  • De Biasi A.M., Gai F., Pacciardi L., 2003. Benthicassemblage in a “catino” of the MeloriaShoals (Southern Ligurian Sea). Atti Soc. tosc. Sci. Nat., Mem., Serie B: 3-7.
  • Gai F., De Biasi A.M., 2004. Il macrozoobenthos dei catini delle Secche della Meloria. Biol. Mar. Medit. Vol. 11 (2): 508-511
  • Mazzanti R., 2012. Secche della Meloria