Una fabbrica delle idee nella natura: la Tenuta di San Rossore guarda al futuro e mira a diventare luogo di sperimentazione avanzata del rapporto tra uomo e ambiente, un laboratorio vivente. Dopo essere stata prima proprietà reale e poi presidenziale, la tenuta negli anni si è gradualmente aperta alla cittadinanza. Con il Masterplan elaborato dallo studio di architettura internazionale Carlo Ratti Associati e Italo Rota, San Rossore si candida ad entrare nel novero dei più importati ed innovativi parchi europei e mondiali, coniugando turismo sostenibile, agricoltura biologica all’avanguardia, arte, mobilità sostenibile, partecipazione
La visione del Masterplan: le slides di presentazione
Vivere e scoprire San Rossore – La Tenuta deve mantenere il gradiente di permeabilità e accessibilità decrescente dalla città verso il mare. La direttrice tra Sterpaia e Cascine Nuove, con i servizi che offre, rappresenta un grande parco pubblico a poca distanza dalla città, percorribile in tutta la sua enorme ampiezza. Spostandosi verso il mare si trova il cuore di San Rossore, visitabile da gruppi ristretti con guida ambientale con un’accessibilità variabile a seconda della stagione per rispettare la flora e la fauna. Per orientare il visitatore nel Parco si lavorerà ad una segnaletica unitaria e coordinata, che ne uniformi materiali, forme e colori, arricchendo l’esperienza di orientamento attraverso l’integrazione del servizio digitale esistente con dati in tempo reale. Per la promozione enogastronomica sarà definito il nuovo marchio ombrello del Parco, per raccogliere e rappresentare i prodotti di eccellenza, un certificato di qualità dei prodotti DOC del Parco. L’ippodromo, attivo con le corse dall’autunno alla primavera, d’estate può diventare il cinema all’aperto più grande d’Italia.
Nuovi poli per l’agricoltura partecipata, residenze artistiche, studentato nella natura, retreat aziendali, punto vendita di prodotti biologici locali – San Rossore possiede un patrimonio immobiliare costituito sia da strutture attive sia da edifici in disuso immersi nella natura e con un grande potenziale di riattivazione e riutilizzo. In particolare le aree nord e sud della Tenuta potrebbero divenire la sede per la ‘Comunità Agricola 4.0’ dove cittadini e turisti potranno sperimentare un’interazione attiva tramite l’agricoltura, integrando le attività dell’azienda agricola del Parco. Un primo progetto pilota trova la sede ideale in prossimità di Piaggerta sfruttando gli edificati esistenti, attualmente in disuso e che necessitano di interventi leggeri per essere riattivati e che potranno ospitare 15-30 persone, mentre le strutture nell’area di Sterpaia già funzionanti (hotel, ostello, ristorante e sala convegni) possono ospitare programmi a tempo determinato come workshop e seminari sui temi della nuova agricoltura. Il Boschetto, nella zona sud di San Rossore e sede dell’allevamento di cavalli e dromedari, può diventare un altro polo di ospitalità temporanea. In una fase avanzata la Palazzina, grande edificio inutilizzato da decenni che necessita di interventi importanti, sarà destinata a diventare il polo centrale della ‘Comunità agricola 4.0’. Villa del Gombo, attualmente già in restauro, potrà essere utilizzata oltre che per le visite guidate e per eventi speciali, come sede per retreat aziendali immersi nel parco. Cascine Nuove potrebbe cambiare gradualmente destinazione e diventare uno studentato nella natura, un innovativo villaggio per gli studenti dell’Università di Pisa, mentre nell’immediato gli spazi del complesso potranno ospitare un punto vendita di beni alimentari biologici a km zero. Villa Giraffa ed il Centro Giacomini, potrebbero essere, dopo interventi di ristrutturazione leggeri, sede ideale per residenze artistiche: un’attività che può integrare tecnologie digitali coinvolgendo creativi e scienziati per la creazione di prodotti artistici o di design che abbiano come ispirazione la natura: installazioni di scultura vegetale, landart e strutture effimere attrattive e al servizio del pubblico.
Accessibilità e mobilità sostenibile – San Rossore rappresenta già una destinazione per la mobilità lenta e sostenibile ed ha il potenziale per promuovere una nuova connessione con il territorio circostante, attraverso un cambiamento graduale del paradigma. Si deve trasformare gradualmente in una zona “car free”, riconfigurando l’accessibilità. A Cascine Vecchie potrebbe nascere un hub di interscambio con la nuova mobilità (car sharing, car sharing elettrico, bike sharing, monopattino elettrico). L’attracco sull’Arno a Cascine Nuove diventerà l’accesso principale via acqua con il battello. Da verificare alla Sterpaia la possibilità di attivare un attracco sul Serchio e un nuovo ponte a struttura leggera e in materiali naturali. L’accesso alla spiaggia del Gombo viene consentito a un numero limitato di visitatori e in orari predefiniti, inoltre di fronte alla costa, all’altezza della scogliera, potrebbero essere posizionate una serie di isole galleggianti removibili che forniscano spazi per la balneazione limitando l’utilizzo della spiaggia da parte delle imbarcazioni che sono solite ormeggiare davanti. San Rossore rappresenta l‘incrocio delle ciclopiste Tirrenica e dell’Arno: promuovendo nuove connessioni ciclopedonali con la suggestione di una ciclopasseggiata sopraelevata integrata nella vegetazione costruita tramite tecniche di ingegneria naturalistica, si potranno fornire punti di vista inediti ed emozionanti, simbolo della trasformazione del Parco in polo attrattivo per un turismo sostenibile.