L’Ente Parco ha attivato una serie di azioni per il contenimento degli ungulati, con l’obiettivo di mantenere un equilibrio che salvaguardi i boschi e la flora e protegga le aree agricole. Le operazioni programmate si basano sullo studio del professor Apollonio che ha analizzato con metodo scientifico la fauna selvatica del Parco e ha definito la corretta densità territoriale delle popolazioni di daino e cinghiale. Nella stagione 2019-2020, nonostante l’emergenza Covid e il meteo spesso non favorevole, la popolazione di daini e cinghiali in eccesso è diminuita rispettivamente del 50% e dell’80%, un ulteriore passo in avanti verso l’equilibrio faunistico. Sono stati inoltre posizionati agli ingressi di San Rossore 13 dispositivi tecnologici ad ultrasuoni che si azionano su rilevazione di movimento e che servono ad evitare che gli ungulati escano dalla Tenuta, grazie al progetto Pit Pianura Pisana che ha tra gli obiettivi la tutela della biodiversità degli ecosistemi delicati.
Per aiutare gli agricoltori e proteggere anche le aree coltivate anche dalla Tenuta, l’Ente ha attivato una selezione pubblica di personale volontario che sarà formato e diretto dalla Vigilanza e dai GuardiaParco e che affiancherà il personale del Parco per la gestione faunistica.
Per quanto riguarda i danni alle colture, l’Ente indennizza le richieste giudicate legittime (per il 2019 56mila euro a 18 aziende agricole)
Catture e abbattimenti selettivi già dal 2018-2019 hanno invertito il tasso di crescita, dopo che dal 2012 al 2017 le popolazioni di ungulati erano cresciute in maniera eccessiva rispetto alle caratteristiche ecologiche dell’area, con conseguenze negative per la vegetazione e per le aree agricole.
La relazione finale della gestione faunistica 2019-2020
La determina che ha istituito il gruppo lavoro ungulati